SENTENZA DELLA CORTE (Decima Sezione)
26 ottobre 2016 ( *1 )
«Rinvio pregiudiziale — Previdenza sociale — Regolamento (CEE) n. 1408/71 — Articolo 4 — Ambito di applicazione ratione materiae — Trattenute sulle pensioni legali di vecchiaia nonché su ogni altro beneficio integrativo — Articolo 13 — Determinazione della legislazione applicabile — Residenza in un altro Stato membro»
Nella causa C-269/15,
avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dallo Hof van Cassatie (Corte di Cassazione, Belgio), con decisione del 18 maggio 2015, pervenuta in cancelleria l’8 giugno 2015, nel procedimento
Rijksdienst voor Pensioenen
contro
Willem Hoogstad,
con l’intervento di:
Rijksinstituut voor ziekte- en invaliditeitsverzekering,
LA CORTE (Decima Sezione),
composta da A. Borg Barthet, facente funzione di presidente di sezione, E. Levits e F. Biltgen (relatore), giudici,
avvocato generale: E. Sharpston
cancelliere: A. Calot Escobar
vista la fase scritta del procedimento,
considerate le osservazioni presentate:
— |
per il governo belga, da M. Jacobs e L. Van den Broeck, in qualità di agenti, assistite da N. Bonbled e A. Percy, advocaten; |
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per la Commissione europea, da G. Wils e D. Martin, in qualità di agenti, |
vista la decisione, adottata dopo aver sentito l’avvocato generale, di giudicare la causa senza conclusioni,
ha pronunciato la seguente
Sentenza
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La domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull’interpretazione dell’articolo 13 del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella sua versione modificata e aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996 (GU 1997, L 28, pag. 1), come modificato dal regolamento (CE) n. 1606/98 del Consiglio, del 29 giugno 1998 (GU 1998, L 209, pag. 1; in prosieguo: il «regolamento n. 1408/71»). |
2 |
Tale domanda è stata presentata nell’ambito di una controversia tra il Rijksdienst voor Pensioenen (Ufficio nazionale delle pensioni; in prosieguo: l’«UNP») e il sig. Willem Hoogstad, relativamente a trattenute operate su taluni capitali di pensioni complementari versati a quest’ultimo nel mese di febbraio 2008. |
Contesto normativo
Diritto dell’Unione
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Conformemente all’articolo 1 del regolamento n. 1408/71: «(...)
(...)». |
4 |
L’articolo 4, paragrafo 1, del regolamento n. 1408/71, così recita: «[Tale] regolamento si applica a tutte le legislazioni relative ai settori di sicurezza sociale riguardanti:
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L’articolo 13 di detto regolamento è così formulato: «1. Le persone per cui è applicabile il presente regolamento sono soggette alla legislazione di un solo Stato membro, fatti salvi gli articoli 14 quater e 14 septies. Tale legislazione è determinata conformemente alle disposizioni del presente titolo. 2. Con riserva degli articoli da 14 a 17: (...)
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6 |
L’articolo 33, paragrafo 1, del medesimo regolamento stabilisce quanto segue: «L’istituzione di uno Stato membro debitrice di una pensione o di una rendita, che applica una legislazione che prevede trattenute di contributi a carico del titolare di una pensione o di una rendita per la copertura delle prestazioni di malattia e maternità, è autorizzata a operare tali trattenute, calcolate in base alla suddetta legislazione, sulla pensione o rendita da essa dovuta, se le prestazioni corrisposte ai sensi degli articoli 27, 28, 28 bis, 29, 31 e 32 sono a carico di un’istituzione del suddetto Stato membro». |
Diritto belga
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Secondo l’articolo 191, primo comma, punto 7, della wet betreffende de verplichte verzekering voor geneeskundige verzorging en uitkeringen gecoördineerd op 14 juli 1994 (legge sull’assicurazione obbligatoria per cure mediche e indennità, testo armonizzato il 14 luglio 1994, Belgisch Staatsblad del 27 agosto 1994, pag. 21524; in prosieguo: la «legge coordinata del 14 luglio 1994»), nella versione applicabile alla data dei fatti in discussione nel procedimento principale: «[Una trattenuta pari al 3,55% è] operata sulle pensioni legali di vecchiaia, anzianità e reversibilità o su ogni altro beneficio sostitutivo di siffatta pensione nonché su ogni beneficio destinato a integrare una siffatta pensione, anche se quest’ultima non è acquisita e assegnata, o in forza di disposizioni legislative, regolamentari o statutarie, oppure in forza di disposizioni derivanti da un contratto di lavoro, da un regolamento aziendale, da un contratto collettivo aziendale o settoriale. Tale trattenuta è altresì operata sul beneficio sostitutivo o integrativo di una pensione, attribuito a un lavoratore autonomo in forza di un accordo collettivo o di una promessa individuale di pensione conclusi dall’impresa». |
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Ai sensi dell’articolo 3 bis del koninklijk besluit tot uitvoering van artikel 191, eerste lid 1, 7°, van de wet betreffende de de verpflichte verzekering voor geneeskundige verzorging en uitkeringen, gecoördineerd op 14 juli 1994 (regio decreto recante esecuzione dell’articolo 191, primo comma, punto 7, della legge sull’assicurazione obbligatoria per cure mediche e indennità, testo armonizzato il 14 luglio 1994), del 15 settembre 1980 (Belgisch Staatsblad del 23 settembre 1980, pag. 10869), nella versione applicabile alla data dei fatti in discussione nel procedimento principale: «La valutazione in importi mensili, di cui all’articolo 2, § 1, è effettuata non prima della fine dell’anno civile nel corso del quale le pensioni e i benefici integrativi sono stati pagati. Tuttavia, la valutazione in importi mensili dei benefici accordati in un’unica soluzione a persone che non hanno ancora la qualità di pensionati, vale altresì per gli anni successivi mancanti fino al raggiungimento dell’età normale del pensionamento dei beneficiari di tali prestazioni. L’eventuale saldo può essere rimborsato solo dopo la constatazione da parte del[l’UNP] che l’importo lordo cumulato delle pensioni e dei benefici integrativi è inferiore alla soglia minima». |
9 |
Ai sensi dell’articolo 68, paragrafo 1, della wet houdende sociale bepalingen (legge recante disposizioni sociali), del 30 marzo 1994 (Belgisch Staatsblad del 31 marzo 1994, pag. 8866; in prosieguo: la «legge del 30 marzo 1994»), nella versione applicabile alla data dei fatti in discussione nel procedimento principale, va inteso: «(...)
Sono parimenti considerati come benefici integrativi ai sensi della lettera c): le rendite definite alla lettera a), 1, pagate in forma di capitale; ogni beneficio versato a una persona, indipendentemente dal suo status, in esecuzione di una promessa individuale di pensione (...)». |
10 |
Ai sensi dell’articolo 68, paragrafo 5, commi 2 e 5, della legge del 30 marzo 1994: «L’istituto belga debitore di un beneficio integrativo versato dopo il 31 dicembre 1996 in forma di capitale il cui importo lordo sia superiore a EUR 2478,94, applica d’ufficio, al momento del versamento del capitale, una trattenuta pari al 2% dell’importo lordo del capitale. (...) Se al momento del primo pagamento dell’importo definitivo di una pensione legale successivo al versamento di un capitale, la percentuale della trattenuta da operare in applicazione del § 2 è inferiore alla percentuale della trattenuta che è stata operata sul capitale, l’[UNP] rimborsa al beneficiario una somma pari alla differenza tra, da un lato, l’importo della trattenuta che è stata operata sul capitale e, dall’altro, l’importo ottenuto moltiplicando lo stesso capitale per la percentuale della trattenuta da operare in applicazione del § 2. Se il rimborso avviene più di sei mesi dopo la data del primo pagamento dell’importo definitivo di una pensione legale, l’[UNP] è debitore ipso iure nei confronti del beneficiario di interessi moratori sull’importo rimborsato. Tali interessi, il cui tasso è pari al 4,75% annuo, iniziano a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla scadenza del termine di sei mesi. Il Re può adeguare il tasso di tali interessi moratori». |
Procedimento principale e questione pregiudiziale
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Nel periodo tra il 1o novembre 1996 e il 31 dicembre 2004, il sig. Hoogstad, cittadino olandese, è stato alle dipendenze di un datore di lavoro belga che ha costituito a suo favore due pensioni complementari. Nel corso del 2007, dopo aver terminato la sua carriera professionale, il sig. Hoogstad, si è stabilito in Irlanda con la sua coniuge, cittadina di tale Stato membro. |
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Nel febbraio 2008, quando il sig. Hoogstad ha raggiunto l’età di 60 anni, sono stati versati a suo favore i capitali delle due pensioni complementari. |
13 |
In Belgio, i capitali di cui trattasi sono stati soggetti a due trattenute. Una prima trattenuta del 3,55% è stata operata in applicazione dell’articolo 191, primo comma, punto 7, della legge con testo armonizzato del 14 luglio 1994, a favore del Rijksinstituut voor Ziekte- en Invaliditeitsverzekering (Istituto nazionale di assicurazione per cure mediche e invalidità), che ha il compito di ripartire il gettito tra gli enti responsabili del regime di assicurazione per cure mediche. Una seconda trattenuta del 2% è stata attribuita all’UNP, in applicazione dell’articolo 68 della legge del 30 marzo 1994, al fine di rafforzare la solidarietà tra le diverse categorie di pensioni (contributo di solidarietà) e, a termine, di attuare adeguamenti selettivi a favore delle pensioni più basse. |
14 |
Con atto introduttivo del 31 dicembre 2009, il sig. Hoogstad ha chiesto il rimborso delle somme di cui era stato in tal modo privato per il motivo che non era soggetto, alla data del versamento di detti capitali, alla legislazione belga in materia di previdenza sociale. |
15 |
Con sentenza dell’arbeidsrechtbank Brussel (tribunale del lavoro di Bruxelles, Belgio) del 28 ottobre 2011, l’Istituto nazionale di assicurazione per cure mediche e invalidità e l’UNP sono stati condannati a rimborsare le somme trattenute. Dopo che il suo ricorso è stato respinto anche in appello dall’arbeidshof Brussel (corte d’appello del lavoro di Bruxelles, Belgio), l’UNP ha proposto ricorso in cassazione. |
16 |
L’UNP fa valere che i versamenti a favore del sig. Hoogstad dei capitali della pensione complementare sono stati realizzati in esecuzione di regimi che non sono considerati come «legislazioni» ai sensi dell’articolo 1, lettera j), primo comma, del regolamento n. 1408/71 e che tali capitali non rientrano quindi nell’ambito di applicazione ratione materiae di detto regolamento. Di conseguenza, le trattenute operate sulle pensioni complementari non sarebbero incompatibili con l’articolo 13, paragrafo 1, dello stesso regolamento. |
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Alla luce di ciò, lo Hof van Cassatie (Corte di Cassazione, Belgio) ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte la seguente questione pregiudiziale: «Se l’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 1408/71 debba essere interpretato nel senso che osta all’imposizione di un contributo – come la trattenuta effettuata in base all’articolo 191, primo comma, punto 7, della legge con testo armonizzato del 14 luglio 1994, e il contributo di solidarietà dovuto in base all’articolo 68 della legge del 30 marzo 1994 recante disposizioni sociali – su prestazioni di regimi di pensione complementare belga che non costituiscono legislazioni ai sensi dell’articolo 1, lettera j, comma 1, del regolamento in parola, nel caso in cui tali prestazioni siano dovute ad un avente diritto non residente nel Belgio che, ai sensi dell’articolo 13, paragrafo 2, lettera f), di detto regolamento, è soggetto al regime previdenziale dello Stato membro nel cui territorio egli risiede». |
Sulla questione pregiudiziale
Sulla ricevibilità
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A titolo preliminare, il governo belga sostiene che la domanda di pronuncia pregiudiziale è irricevibile per il motivo che il giudice del rinvio parte dal postulato erroneo secondo cui le trattenute su prestazioni di regimi pensionistici complementari belgi sarebbero definitive e non rimborsabili. Orbene, poiché gli importi inizialmente trattenuti sono stati integralmente rimborsati, l’interpretazione richiesta non presenterebbe più alcuna reale utilità per la soluzione della controversia di cui al procedimento principale. |
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Da una costante giurisprudenza risulta che spetta esclusivamente al giudice nazionale, cui è stata sottoposta la controversia e che deve assumersi la responsabilità dell’emananda decisione giurisdizionale, valutare, alla luce delle particolari circostanze della causa, sia la necessità di una pronuncia pregiudiziale per essere in grado di pronunciare la propria sentenza sia la rilevanza delle questioni che sottopone alla Corte. Di conseguenza, se le questioni sollevate vertono sull’interpretazione del diritto dell’Unione, la Corte, in via di principio, è tenuta a statuire (v., in particolare, sentenze del 15 giugno 2000, Sehrer, C-302/98, EU:C:2000:322, punto 20, nonché del 25 ottobre 2012, Folien Fischer e Fofitec, C-133/11, EU:C:2012:664, punto 25). |
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Il rifiuto, da parte della Corte, di pronunciarsi su una domanda proposta da un giudice nazionale è possibile soltanto qualora appaia in modo manifesto che l’interpretazione del diritto dell’Unione richiesta non ha alcun rapporto con l’effettività o l’oggetto della causa principale, qualora la questione sia di tipo ipotetico o, ancora, qualora la Corte non disponga degli elementi di fatto e di diritto necessari per rispondere in modo utile alle questioni che le sono sottoposte (v., in particolare, sentenze del 22 giugno 2010, Melki e Abdeli, C-188/10 e C-189/10, EU:C:2010:363, punto 27, nonché del 28 febbraio 2012, Inter-Environnement Wallonie e Terre wallonne, C-41/11, EU:C:2012:103, punto 35). |
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Orbene, nella specie, tali ipotesi non ricorrono, atteso che il giudice del rinvio ha chiaramente indicato i motivi per i quali ha sollevato la questione pregiudiziale e che una risposta alla stessa è necessaria al fine di risolvere la controversia di cui è investito. |
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Di conseguenza, la domanda di pronuncia pregiudiziale deve essere dichiarata ricevibile. |
Nel merito
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Con la sua questione, il giudice del rinvio chiede, in sostanza, se l’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 1408/71 debba essere interpretato nel senso che osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede il prelievo di un contributo sociale su prestazioni provenienti da regimi pensionistici complementari anche qualora il beneficiario di tali pensioni complementari non risieda in detto Stato membro e sia soggetto, in applicazione dell’articolo 13, paragrafo 2, lettera f), di detto regolamento, alla legislazione in materia sociale dello Stato membro nel cui territorio egli risiede. |
24 |
Al fine di dare una risposta utile al giudice del rinvio, si deve, innanzitutto, ricordare che ai sensi dell’articolo 1, lettera j), primo comma, del regolamento n. 1408/71, il termine «legislazione» indica, per ogni Stato membro, le leggi, i regolamenti, le disposizioni statutarie e ogni altra misura di applicazione, esistenti o future, concernenti i settori e i regimi di sicurezza sociale di cui all’articolo 4, paragrafi 1 e 2 di tale regolamento. |
25 |
Tuttavia, e conformemente al secondo comma di detto articolo 1, lettera j), il termine «legislazione» esclude le disposizioni contrattuali, esistenti o future, che siano state o meno oggetto di una decisione dei pubblici poteri che le renda vincolanti o estenda il loro campo di applicazione. |
26 |
Sebbene dalla formulazione stessa della questione pregiudiziale risulti che le prestazioni dei regimi pensionistici complementari di cui ha beneficiato il sig. Hoogstad nel procedimento principale «non costituiscono legislazioni ai sensi dell’articolo 1, lettera j), primo comma, del regolamento n. 1408/71», tuttavia il contributo prelevato su tali regimi pensionistici complementari à tale da rientrare nell’ambito di applicazione di detto regolamento. |
27 |
La Corte ha infatti già dichiarato che la nozione di «legislazione» si caratterizza per il suo contenuto ampio, che comprende tutti i tipi di provvedimenti legislativi, regolamentari ed amministrativi adottati dagli Stati membri, e va intesa come riferentesi al complesso dei provvedimenti nazionali vigenti in materia (sentenza del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 32). |
28 |
In tali circostanze, la Corte ha precisato che l’elemento determinante ai fini dell’applicazione del regolamento n. 1408/71 risiede nel rapporto, diretto e sufficientemente rilevante, che deve intercorrere tra la disposizione di cui trattasi e le leggi che disciplinano i settori di previdenza sociale elencati all’articolo 4 del regolamento n. 1408/71 (sentenze del 18 maggio 1995, Rheinhold & Mahla, C-327/92, EU:C:1995:144, punto 23; del 15 febbraio 2000, Commissione/Francia, C-34/98, EU:C:2000:84, punto 35; del 15 febbraio 2000, Commissione/Francia, C-169/98, EU:C:2000:85, punto 33, nonché del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 23). |
29 |
Così, la circostanza che un prelievo sia qualificato come «imposta» da una legislazione nazionale non esclude che, alla luce del regolamento n. 1408/71, lo stesso prelievo possa essere considerato rientrare nel campo di applicazione di tale regolamento (sentenza del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 24 e giurisprudenza ivi citata). |
30 |
Inoltre, la Corte ha dichiarato che prelievi che non colpiscono redditi da lavoro e sostitutivi dei lavoratori, ma che sono basati sui redditi patrimoniali, possono rientrare nell’ambito di applicazione di detto regolamento, giacché è incontestato che il prodotto di tali prelievi è destinato direttamente e specificamente al finanziamento di alcuni settori della previdenza sociale nello Stato membro di cui trattasi (sentenza del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 28). |
31 |
La medesima conclusione s’impone per quanto riguarda prelievi come quelli in discussione nel procedimento principale che colpiscono regimi pensionistici complementari, poiché il prodotto di tali contributi è destinato direttamente e specificamente al finanziamento di alcuni settori di previdenza sociale nello Stato membro di cui trattasi. |
32 |
Tale interpretazione è, peraltro, avvalorata dall’obiettivo perseguito dal regolamento n. 1408/71 nonché dai principi sui quali esso si fonda. |
33 |
Il regolamento n. 1408/71, infatti, al fine di assicurare la libera circolazione dei lavoratori nell’Unione europea accogliendo il principio della parità di trattamento degli stessi in relazione alle diverse legislazioni nazionali, ha istituito, al suo titolo II, un sistema di coordinamento che disciplina, in particolare, la determinazione della o delle legislazioni applicabili ai lavoratori subordinati e autonomi che esercitano, in circostanze diverse, il loro diritto alla libera circolazione (v., in tal senso, sentenze del 3 aprile 2008, Derouin, C-103/06, EU:C:2008:185, punto 20; del 3 marzo 2011, Tomaszewska, C-440/09, EU:C:2011:114, punti 25 e 28, nonché del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 34). |
34 |
La completezza di tale sistema di norme di conflitto ha l’effetto di privare il legislatore di ciascuno Stato membro del potere di determinare liberamente la portata e le condizioni di applicazione della propria normativa nazionale, quanto alle persone ad essa assoggettate e quanto al territorio all’interno del quale le disposizioni nazionali producono i loro effetti (sentenze del 10 luglio 1986, Luijten, 60/85, EU:C:1986:307, punto 14; del 5 novembre 2014, Somova, C-103/13, EU:C:2014:2334, punto 54, nonché del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 35). |
35 |
A tale riguardo, l’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 1408/71 dispone che le persone alle quali è applicabile tale regolamento sono soggette alla legislazione di un solo Stato membro, circostanza che esclude, pertanto, fatte salve le ipotesi di cui agli articoli 14 quater e 14 septies, qualsiasi possibilità di applicare congiuntamente, per uno stesso periodo, varie legislazioni nazionali (v., in tal senso, sentenze del 5 maggio 1977, Perenboom, 102/76, EU:C:1977:71, punto 11, e del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 36). |
36 |
Tale principio dell’unicità della legislazione applicabile in materia di previdenza sociale mira ad evitare le complicazioni che possono derivare dalla simultanea applicazione di più normative nazionali e ad eliminare le disparità di trattamento che, per le persone che si spostano all’interno dell’Unione, sarebbero la conseguenza di un cumulo parziale o totale delle legislazioni applicabili (v., in tal senso, sentenze del 15 febbraio 2000, Commissione/Francia, C-34/98, EU:C:2000:84, punto 46; del 15 febbraio 2000, Commissione/Francia, C-169/98, EU:C:2000:85, punto 43, e del 26 febbraio 2015, de Ruyter, C-623/13, EU:C:2015:123, punto 37). |
37 |
Il principio dell’unicità della legislazione applicabile disciplina tuttavia soltanto le situazioni cui si riferiscono l’articolo 13, paragrafo 2, nonché gli articoli da 14 a 17 del regolamento n. 1408/71, in quanto determinano le norme di conflitto che devono essere applicate nelle diverse ipotesi. |
38 |
Difatti, dal momento dell’introduzione tramite il regolamento (CEE) n. 2195/91 del Consiglio, del 25 giugno 1991 (GU 1991, L 206, pag. 2), che modifica il regolamento n. 1408/71, del punto f) all’articolo 13, paragrafo 2, del regolamento n. 1408/71, il principio dell’unicità della legislazione è parimenti applicabile ai lavoratori che hanno cessato definitivamente le proprie attività professionali. |
39 |
Nella fattispecie, occorre rilevare che, conformemente alle disposizioni dell’articolo 13, paragrafo 2, lettera f), del regolamento n. 1408/71, il sig. Hoogstad, quale pensionato residente in Irlanda, è assoggettato alla legislazione in materia sociale di tale Stato membro e non può quindi essere assoggettato da un altro Stato membro, per quanto riguarda in particolare prestazioni pensionistiche complementari, a disposizioni legali che istituiscono contributi che presentano un rapporto diretto e sufficientemente rilevante con le leggi che disciplinano i settori di previdenza sociale elencati all’articolo 4 del regolamento n. 1408/71. |
40 |
Tale constatazione non può essere inficiata dalle disposizioni dell’articolo 33 del regolamento n. 1408/71, in forza delle quali uno Stato membro ha il diritto di percepire contributi di assicurazione malattia da un titolare di una pensione o di una rendita se le prestazioni corrispondenti sono a suo carico. |
41 |
L’articolo 33 del regolamento n. 1408/71, infatti, deve essere letto con riferimento agli articoli 27, 28 e 28 bis, della sezione 5, del capitolo 1, del titolo III, del regolamento applicabile ai diritti dei titolari di pensioni o di rendite e dei loro familiari, i quali riguardano tanto situazioni in cui il titolare percepisce una pensione o una rendita dovuta in base alla legislazione di due o più Stati membri, quanto situazioni in cui il titolare percepisce una pensione in forza della legislazione di un solo Stato membro, senza godere di alcun diritto a prestazioni nel suo paese di residenza (v., in tal senso, sentenza del 15 giugno 2000, Sehrer, C-302/98, EU:C:2000:322, punto 26). |
42 |
Pertanto, dall’esistenza di norme sostanziali relative ai diritti dei titolari di pensioni o di rendite, le quali non sono comunque applicabili alle pensioni o alle pensioni complementari che si basano su disposizioni contrattuali (v., in tal senso, sentenza del 16 gennaio 1992, Commissione/Francia,C-57/90, EU:C:1992:10, punto 20), non si può dedurre che il prelievo di contributi sociali su siffatte pensioni complementari sia compatibile con il principio dell’unicità della legislazione applicabile enunciato all’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 1408/71. |
43 |
Alla luce di tutte le considerazioni che precedono, occorre rispondere alla questione sottoposta dichiarando che l’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento n. 1408/71 osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede il prelievo dei contributi che presentino un rapporto diretto e sufficientemente rilevante con le leggi che disciplinano i settori di previdenza sociale elencati all’articolo 4 di detto regolamento, su prestazioni provenienti da regimi pensionistici complementari anche qualora il beneficiario di tali pensioni complementari non risieda in detto Stato membro e sia soggetto, in applicazione dell’articolo 13, paragrafo 2, lettera f), del medesimo regolamento, alla legislazione in materia sociale dello Stato membro nel cui territorio egli risiede. |
Sulle spese
44 |
Nei confronti delle parti nel procedimento principale la presente causa costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese. Le spese sostenute da altri soggetti per presentare osservazioni alla Corte non possono dar luogo a rifusione. |
Per questi motivi, la Corte (Decima Sezione) dichiara: |
L’articolo 13, paragrafo 1, del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella sua versione modificata e aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996, come modificato dal regolamento (CE) n. 1606/98 del Consiglio, del 29 giugno 1998, osta a una normativa nazionale, come quella di cui trattasi nel procedimento principale, che prevede il prelievo dei contributi che presentino un rapporto diretto e sufficientemente rilevante con le leggi che disciplinano i settori di previdenza sociale elencati all’articolo 4 di detto regolamento n. 1408/71, come modificato, su prestazioni provenienti da regimi pensionistici complementari anche qualora il beneficiario di tali pensioni complementari non risieda in detto Stato membro e sia soggetto, in applicazione dell’articolo 13, paragrafo 2, lettera f), del medesimo regolamento come modificato, alla legislazione in materia sociale dello Stato membro nel cui territorio egli risiede. |
Firme |
( *1 ) Lingua processuale: il neerlandese.